La Tunisia vista da chi ha gli euro nel portafoglioTutto è relativo. Lo diciamo da così tanto tempo che non ricordiamo più chi l'ha affermato la prima volta. Lo notiamo ogni giorno. Tutto può essere bianco o nero, lucido o opaco, liscio o ruvido. Dipende dagli occhi di chi osserva, però. O meglio, dal portafogli di chi fa la spesa ogni giorno. Per un pensionato europeo, con la pensione in euro, tutto, o quasi tutto, è bianco, lucido e liscio. Per il suo vicino di casa tunisino, con lo stipendio nella media tunisina, pari a 750 dinari (250 euro) la vita appare spesso nera, opaca e ruvida. Per chi ha euro nelle tasche, il costo della vita in Tunisia è molto basso. Si possono trovare case molto carine ammobiliate dai 200 euro al mese in su (una villa di oltre 400 mq con piscina e giardino non arriva a 1500 euro al mese). La benzina costa 70 centesimi di euro al litro ! Un kg di pesce "vivo" (triglie, spigole, branzini, gamberi, seppie, polipi) costa dai 5 ai 12 euro. La carne di vitellone giovane (molto simile alla nostra carne toscana, soprattutto bistecche e filetto) costa al kg un massimo di 12 euro. Il pane è calmierato così da poter consentire a tutti la sopravvivenza: una baguette costa 8 centesimi di euro. Una visita specialistica presso medici tunisini specialisti, quasi tutti laureati in Francia ed estremamente competenti, in strutture e con apparecchiature ultramoderne, costa dai 21 ai 29 euro, mentre la visita da un medico generico ne costa 10. Una donna di servizio che viene cinque giorni alla settimana per sei ore non costa più di 200 euro al mese. Questi sono solo pochi esempi dei costi tunisini che hanno spinto italiani, francesi, belgi, ecc. ad abbandonare le loro nazioni in cui non riuscivano a vivere dignitosamente per un paese in cui possono vivere con estrema serenità per almeno sei mesi l'anno. Purtroppo, per il cittadino medio tunisino, che subisce la crisi dell'economia del suo Paese assistendo ad una svalutazione della moneta nazionale, il dinaro tunisino, in continua crescita, le prospettive non sono così rosee.
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La Tunisia vista da chi ha gli euro nel portafoglioTutto è relativo. Lo diciamo da così tanto tempo che non ricordiamo più chi l'ha affermato la prima volta. Lo notiamo ogni giorno. Tutto può essere bianco o nero, lucido o opaco, liscio o ruvido. Dipende dagli occhi di chi osserva, però. O meglio, dal portafogli di chi fa la spesa ogni giorno. Per un pensionato europeo, con la pensione in euro, tutto, o quasi tutto, è bianco, lucido e liscio. Per il suo vicino di casa tunisino, con lo stipendio nella media tunisina, pari a 750 dinari (250 euro) la vita appare spesso nera, opaca e ruvida. Per chi ha euro nelle tasche, il costo della vita in Tunisia è molto basso. Si possono trovare case molto carine ammobiliate dai 200 euro al mese in su (una villa di oltre 400 mq con piscina e giardino non arriva a 1500 euro al mese). La benzina costa 70 centesimi di euro al litro ! Un kg di pesce "vivo" (triglie, spigole, branzini, gamberi, seppie, polipi) costa dai 5 ai 12 euro. La carne di vitellone giovane (molto simile alla nostra carne toscana, soprattutto bistecche e filetto) costa al kg un massimo di 12 euro. Il pane è calmierato così da poter consentire a tutti la sopravvivenza: una baguette costa 8 centesimi di euro. Una visita specialistica presso medici tunisini specialisti, quasi tutti laureati in Francia ed estremamente competenti, in strutture e con apparecchiature ultramoderne, costa dai 21 ai 29 euro, mentre la visita da un medico generico ne costa 10. Una donna di servizio che viene cinque giorni alla settimana per sei ore non costa più di 200 euro al mese. Questi sono solo pochi esempi dei costi tunisini che hanno spinto italiani, francesi, belgi, ecc. ad abbandonare le loro nazioni in cui non riuscivano a vivere dignitosamente per un paese in cui possono vivere con estrema serenità per almeno sei mesi l'anno. Purtroppo, per il cittadino medio tunisino, che subisce la crisi dell'economia del suo Paese assistendo ad una svalutazione della moneta nazionale, il dinaro tunisino, in continua crescita, le prospettive non sono così rosee.
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La Tunisia vista da chi ha gli euro nel portafoglioTutto è relativo. Lo diciamo da così tanto tempo che non ricordiamo più chi l'ha affermato la prima volta. Lo notiamo ogni giorno. Tutto può essere bianco o nero, lucido o opaco, liscio o ruvido. Dipende dagli occhi di chi osserva, però. O meglio, dal portafogli di chi fa la spesa ogni giorno. Per un pensionato europeo, con la pensione in euro, tutto, o quasi tutto, è bianco, lucido e liscio. Per il suo vicino di casa tunisino, con lo stipendio nella media tunisina, pari a 750 dinari (250 euro) la vita appare spesso nera, opaca e ruvida. Per chi ha euro nelle tasche, il costo della vita in Tunisia è molto basso. Si possono trovare case molto carine ammobiliate dai 200 euro al mese in su (una villa di oltre 400 mq con piscina e giardino non arriva a 1500 euro al mese). La benzina costa 70 centesimi di euro al litro ! Un kg di pesce "vivo" (triglie, spigole, branzini, gamberi, seppie, polipi) costa dai 5 ai 12 euro. La carne di vitellone giovane (molto simile alla nostra carne toscana, soprattutto bistecche e filetto) costa al kg un massimo di 12 euro. Il pane è calmierato così da poter consentire a tutti la sopravvivenza: una baguette costa 8 centesimi di euro. Una visita specialistica presso medici tunisini specialisti, quasi tutti laureati in Francia ed estremamente competenti, in strutture e con apparecchiature ultramoderne, costa dai 21 ai 29 euro, mentre la visita da un medico generico ne costa 10. Una donna di servizio che viene cinque giorni alla settimana per sei ore non costa più di 200 euro al mese. Questi sono solo pochi esempi dei costi tunisini che hanno spinto italiani, francesi, belgi, ecc. ad abbandonare le loro nazioni in cui non riuscivano a vivere dignitosamente per un paese in cui possono vivere con estrema serenità per almeno sei mesi l'anno. Purtroppo, per il cittadino medio tunisino, che subisce la crisi dell'economia del suo Paese assistendo ad una svalutazione della moneta nazionale, il dinaro tunisino, in continua crescita, le prospettive non sono così rosee.
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