Il turismo tunisino dilaniato dalla crisi. Ma non mancano le prospettive per il futuro.Non si era mai visto un momento di crisi come questo per il turismo,di sicuro negli ultimi 50 anni. Né la crisi economica del 2009,né la Sars,né addirittura le Torri Gemelle sono riuscite a mettere in ginocchio il settore come il Covid 19. In tutto il mondo,gli arrivi dei turisti internazionali,secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di turismo,sono crollati del 93% a giugno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Nella prima metà del 2020 si è registrato un calo complessivo del 65% con una perdita di 440 miliardi di dollari di entrate.Una cifra pari a 5 volte la perdita registrata nella crisi del 2009. In un quadro così drammatico per il mondo intero,la posizione della Tunisia,paese in cui il turismo apporta quasi il 15% del reddito nazionale,è ovviamente gravissima. Neppure gli attentati del Bardo avevano inciso così profondamente sul turismo tunisino,che stava recuperando gradualmente le posizioni prima del Bardo. Quindi anche e soprattutto in Tunisia il turismo paga il prezzo più pesante al Covid. Un recentissimo studio della Federazione degli Albergatori tunisini stima una perdita,nel 2020,di 27.000 posti di lavoro Inesorabilmente molti addetti al turismo entreranno a far parte della classe dei poveri. Pochi giorni fa il Ministro del turismo tunisino ha fornito dati sconfortanti.Quest'anno il 90% degli alberghi ha chiuso i battenti al termine della stagione contro il 75% degli ultimi 5 anni. Come già segnalato da Ansamed, nei primi 8 mesi del 2020 si sono incassati circa 402 milioni 984 mila euro rispetto a poco più del miliardo di euro dello stesso periodo dello scorso anno.Lo ha reso noto la Banca centrale tunisina. E' certo che gli effetti della crisi economica si riflettono e si rifletteranno a lungo sulle scelte di vacanza e sulle abitudini di consumo della domanda turistica,più attenta al rapporto qualità/prezzo. Preoccupa che in un quadro congiunturale simile,il settore si impoverisca perdendo realtà che operavano da decenni sul mercato e rinunciando a professionalità e competenze uniche a favore di una politica dei prezzi al ribasso che,inevitabilmente,porta con sé la dequalificazione dell'offerta turistica tunisina. In un momento così drammatico,tuttavia molti credono nel futuro del settore che,inevitabilmente, non sarà più quello tradizionale. Si parla immancabilmente di crisi pesante. Certo,non pare un termine simpatico. Rappresenta un momento difficile,duro. Ma ciò che la sua etimologia ci racconta è che la crisi altro non è che un'occasione di scelta,di decisione forte,di svolta. La crisi è la scelta che,volenti o nolenti,si è chiamati a fare. Sia gli Stati Uniti che l'Unione Europea hanno deciso di sostenere il rilancio della Tunisia. L'Unione Europea ha,da poco, stanziato 6.5 milioni di euro per il recupero dell'area museale di Cartagine, patrimonio mondiale dell'Umanità. Nel contempo ha deciso di sostenere la promozione del turismo tunisino in tutto il mondo auspicando una svolta verso il turismo culturale e ecosostenibile.Quest'ultimo uno dei cavalli di battaglia della Commissione Europea. Lo ha annunciato a Tunisi l'Ambasciatore dell'Unione,l'austriaco Marcus Cornaro. Nello stesso tempo la Banca tedesca per lo sviluppo ha stanziato 15 milioni di euro per proteggere e recuperare dall'erosione lunghi tratti di costa mediterranea. Si stima che siano 300 km. in pericolo su 1200 complessivi. Proteggere le coste assicura salvaguardia ambientale ma anche il mantenimento di posti di lavoro nel turismo. Piangiamo i nostri morti,stiamo vicini a chi soffre,seguiamo le regole di prudenza e le disposizioni per contenere il virus. Su questo non si discute.Ma rimbocchiamoci le maniche e pensiamo a come affrontare preparati il futuro.
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Il turismo tunisino dilaniato dalla crisi. Ma non mancano le prospettive per il futuro.Non si era mai visto un momento di crisi come questo per il turismo,di sicuro negli ultimi 50 anni. Né la crisi economica del 2009,né la Sars,né addirittura le Torri Gemelle sono riuscite a mettere in ginocchio il settore come il Covid 19. In tutto il mondo,gli arrivi dei turisti internazionali,secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di turismo,sono crollati del 93% a giugno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Nella prima metà del 2020 si è registrato un calo complessivo del 65% con una perdita di 440 miliardi di dollari di entrate.Una cifra pari a 5 volte la perdita registrata nella crisi del 2009. In un quadro così drammatico per il mondo intero,la posizione della Tunisia,paese in cui il turismo apporta quasi il 15% del reddito nazionale,è ovviamente gravissima. Neppure gli attentati del Bardo avevano inciso così profondamente sul turismo tunisino,che stava recuperando gradualmente le posizioni prima del Bardo. Quindi anche e soprattutto in Tunisia il turismo paga il prezzo più pesante al Covid. Un recentissimo studio della Federazione degli Albergatori tunisini stima una perdita,nel 2020,di 27.000 posti di lavoro Inesorabilmente molti addetti al turismo entreranno a far parte della classe dei poveri. Pochi giorni fa il Ministro del turismo tunisino ha fornito dati sconfortanti.Quest'anno il 90% degli alberghi ha chiuso i battenti al termine della stagione contro il 75% degli ultimi 5 anni. Come già segnalato da Ansamed, nei primi 8 mesi del 2020 si sono incassati circa 402 milioni 984 mila euro rispetto a poco più del miliardo di euro dello stesso periodo dello scorso anno.Lo ha reso noto la Banca centrale tunisina. E' certo che gli effetti della crisi economica si riflettono e si rifletteranno a lungo sulle scelte di vacanza e sulle abitudini di consumo della domanda turistica,più attenta al rapporto qualità/prezzo. Preoccupa che in un quadro congiunturale simile,il settore si impoverisca perdendo realtà che operavano da decenni sul mercato e rinunciando a professionalità e competenze uniche a favore di una politica dei prezzi al ribasso che,inevitabilmente,porta con sé la dequalificazione dell'offerta turistica tunisina. In un momento così drammatico,tuttavia molti credono nel futuro del settore che,inevitabilmente, non sarà più quello tradizionale. Si parla immancabilmente di crisi pesante. Certo,non pare un termine simpatico. Rappresenta un momento difficile,duro. Ma ciò che la sua etimologia ci racconta è che la crisi altro non è che un'occasione di scelta,di decisione forte,di svolta. La crisi è la scelta che,volenti o nolenti,si è chiamati a fare. Sia gli Stati Uniti che l'Unione Europea hanno deciso di sostenere il rilancio della Tunisia. L'Unione Europea ha,da poco, stanziato 6.5 milioni di euro per il recupero dell'area museale di Cartagine, patrimonio mondiale dell'Umanità. Nel contempo ha deciso di sostenere la promozione del turismo tunisino in tutto il mondo auspicando una svolta verso il turismo culturale e ecosostenibile.Quest'ultimo uno dei cavalli di battaglia della Commissione Europea. Lo ha annunciato a Tunisi l'Ambasciatore dell'Unione,l'austriaco Marcus Cornaro. Nello stesso tempo la Banca tedesca per lo sviluppo ha stanziato 15 milioni di euro per proteggere e recuperare dall'erosione lunghi tratti di costa mediterranea. Si stima che siano 300 km. in pericolo su 1200 complessivi. Proteggere le coste assicura salvaguardia ambientale ma anche il mantenimento di posti di lavoro nel turismo. Piangiamo i nostri morti,stiamo vicini a chi soffre,seguiamo le regole di prudenza e le disposizioni per contenere il virus. Su questo non si discute.Ma rimbocchiamoci le maniche e pensiamo a come affrontare preparati il futuro.
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Il turismo tunisino dilaniato dalla crisi. Ma non mancano le prospettive per il futuro.Non si era mai visto un momento di crisi come questo per il turismo,di sicuro negli ultimi 50 anni. Né la crisi economica del 2009,né la Sars,né addirittura le Torri Gemelle sono riuscite a mettere in ginocchio il settore come il Covid 19. In tutto il mondo,gli arrivi dei turisti internazionali,secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di turismo,sono crollati del 93% a giugno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Nella prima metà del 2020 si è registrato un calo complessivo del 65% con una perdita di 440 miliardi di dollari di entrate.Una cifra pari a 5 volte la perdita registrata nella crisi del 2009. In un quadro così drammatico per il mondo intero,la posizione della Tunisia,paese in cui il turismo apporta quasi il 15% del reddito nazionale,è ovviamente gravissima. Neppure gli attentati del Bardo avevano inciso così profondamente sul turismo tunisino,che stava recuperando gradualmente le posizioni prima del Bardo. Quindi anche e soprattutto in Tunisia il turismo paga il prezzo più pesante al Covid. Un recentissimo studio della Federazione degli Albergatori tunisini stima una perdita,nel 2020,di 27.000 posti di lavoro Inesorabilmente molti addetti al turismo entreranno a far parte della classe dei poveri. Pochi giorni fa il Ministro del turismo tunisino ha fornito dati sconfortanti.Quest'anno il 90% degli alberghi ha chiuso i battenti al termine della stagione contro il 75% degli ultimi 5 anni. Come già segnalato da Ansamed, nei primi 8 mesi del 2020 si sono incassati circa 402 milioni 984 mila euro rispetto a poco più del miliardo di euro dello stesso periodo dello scorso anno.Lo ha reso noto la Banca centrale tunisina. E' certo che gli effetti della crisi economica si riflettono e si rifletteranno a lungo sulle scelte di vacanza e sulle abitudini di consumo della domanda turistica,più attenta al rapporto qualità/prezzo. Preoccupa che in un quadro congiunturale simile,il settore si impoverisca perdendo realtà che operavano da decenni sul mercato e rinunciando a professionalità e competenze uniche a favore di una politica dei prezzi al ribasso che,inevitabilmente,porta con sé la dequalificazione dell'offerta turistica tunisina. In un momento così drammatico,tuttavia molti credono nel futuro del settore che,inevitabilmente, non sarà più quello tradizionale. Si parla immancabilmente di crisi pesante. Certo,non pare un termine simpatico. Rappresenta un momento difficile,duro. Ma ciò che la sua etimologia ci racconta è che la crisi altro non è che un'occasione di scelta,di decisione forte,di svolta. La crisi è la scelta che,volenti o nolenti,si è chiamati a fare. Sia gli Stati Uniti che l'Unione Europea hanno deciso di sostenere il rilancio della Tunisia. L'Unione Europea ha,da poco, stanziato 6.5 milioni di euro per il recupero dell'area museale di Cartagine, patrimonio mondiale dell'Umanità. Nel contempo ha deciso di sostenere la promozione del turismo tunisino in tutto il mondo auspicando una svolta verso il turismo culturale e ecosostenibile.Quest'ultimo uno dei cavalli di battaglia della Commissione Europea. Lo ha annunciato a Tunisi l'Ambasciatore dell'Unione,l'austriaco Marcus Cornaro. Nello stesso tempo la Banca tedesca per lo sviluppo ha stanziato 15 milioni di euro per proteggere e recuperare dall'erosione lunghi tratti di costa mediterranea. Si stima che siano 300 km. in pericolo su 1200 complessivi. Proteggere le coste assicura salvaguardia ambientale ma anche il mantenimento di posti di lavoro nel turismo. Piangiamo i nostri morti,stiamo vicini a chi soffre,seguiamo le regole di prudenza e le disposizioni per contenere il virus. Su questo non si discute.Ma rimbocchiamoci le maniche e pensiamo a come affrontare preparati il futuro.
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